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presi. Giova ad ingannare il nemico qualche volta variare una tua consuetudine; in sulla quale fondandosi quello, ne rimane rovinato; come fece già uno capitano il quale, solendo far fare cenno a’ suoi per la venuta de’ nemici, la notte, col fuoco e, il dì, col fumo, comandò che senza alcuna intermissione si facesse fumo e fuoco, e dipoi, sopravvenendo il nemico, si restasse; il quale, credendo venire senza essere visto, non veggendo fare segni da essere scoperto, fece, per ire disordinato, più facile la vittoria al suo avversario. Mennone Rodio, volendo trarre de’ luoghi forti l’esercito nemico mandò uno, sotto colore di fuggitivo, il quale affermava come il suo esercito era in discordia e che la maggior parte di quello si partiva; e per dare fede alla cosa, fece fare in pruova certi tumulti tra gli alloggiamenti, donde che il nemico pensando di poterlo rompere, assaltandolo, fu rotto. Debbesi, oltre alle cose dette, avere riguardo di non condurre il nemico in ultima disperazione; a che ebbe riguardo Cesare combattendo co’ Tedeschi; il quale aperse loro la via, veggendo come, non si potendo fuggire, la necessità gli faceva gagliardi; e volle più tosto la fatica di seguirgli quando essi fuggivano, che il pericolo di vincergli, quando si difendevano. Lucullo, veggendo come alcuni cavalli di Macedonia ch’erano seco, se ne andavano dalla parte nemica, subito fe’ sonare a battaglia e comandò che l’altre genti li seguissono; donde i nemici, credendosi che Lucullo volesse appiccare la zuffa, andarono a urtare i Macedoni con tale impeto, che quegli furono costretti difendersi; e così diventarono contra a loro voglia di fuggitivi combattitori. Importa ancora il sapersi assicurare d’una terra, quando tu dubiti della sua fede, vinta che tu hai la giornata o prima, il che t’insegneranno alcuni esempj antichi. Pompeo, dubitando de’ Catinensi li pregò che fussero contenti accettare alcuni infermi ch’egli aveva nel suo esercito; mandato, sotto abito di infermi, uomini robustissimi