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in tuo potere, fuggire la zuffa. Così fecero i Lacedemoni contro a’ Messeni, così fece Cesare contro ad Afranio e Petrejo. Essendo Fulvio Consolo contro a’ Cimbri, fece molti giorni continui alla sua cavalleria assaltare i nemici, e considerò come quegli uscivano degli alloggiamenti per seguitargli; donde che quello pose uno agguato dietro agli alloggiamenti de’ Cimbri e, fattigli assaltare da’ cavalli e i Cimbri uscendo degli alloggiamenti per seguitargli, Fulvio gli occupò e saccheggiogli. È stato di grande utilità ad alcuno capitano, avendo l’esercito propinquo all’esercito nemico, mandare le sue genti con le insegne nemiche a rubare ed ardere il suo paese proprio; donde che i nemici hanno creduto che sieno genti che vengano loro in aiuto, e sono ancora essi corsi ad aiutare far loro la preda, e per questo disordinatisi, e dato facultà allo avversario loro di vincergli. Questo termine usò Alessandro di Epiro combattendo contra agli Illirici e Leptene siracusano contra a’ Cartaginesi; ed all’uno ed all’altro riuscì il disegno facilmente. Molti hanno vinto il nemico, dando a quello facultà di mangiare e bere fuora di modo, simulando di avere paura e lasciando gli alloggiamenti suoi pieni di vino e di armenti; de’ quali, sendosi ripieno il nemico sopra ogni uso naturale lo hanno assaltato e, con suo danno, vinto. Così fece Tamiri contra a Ciro e Tiberio Gracco contra agli Spagnuoli. Alcuni hanno avvelenati i vini e l’altre cose da cibarsi per potere più facilmente vincergli. Io dissi poco fa come io non trovavo che gli antichi tenessero la notte ascolte fuora, e stimavo lo facessero per schifare i mali che ne poteva nascere; perchè si truova che, non ch’altro, le velette che pongono il giorno a velettare il nemico, sono state cagioni della rovina di colui che ve le pose, perchè molte volte è accaduto che, essendo state prese, è stato loro fatto fare per forza il cenno col quale avevano a chiamare i suoi; i quali al segno venendo, sono stati o morti o