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ogni altra cosa tiene l’esercito unito, è la reputazione del capitano, la quale solamente nasce dalla virtù sua, perchè nè sangue nè autorità la dette mai senza la virtù. E la prima cosa che a uno capitano si aspetta a fare, è tenere i suoi soldati puniti e pagati; perchè, qualunque volta manca il pagamento, conviene che manchi la punizione; perchè tu non puoi gastigare uno soldato che rubi, se tu non lo paghi, nè quello, volendo vivere, si può astenere dal rubare. Ma se tu lo paghi e non lo punisci, diventa in ogni modo insolente, perchè tu diventi di poca stima, dove chi capita non può mantenere la dignità del suo grado; e non lo mantenendo, ne seguita di necessità il tumulto e le discordie, che sono la rovina d’uno esercito. Avevano gli antichi capitani una molestia della quale i presenti ne sono quasi liberi, la quale era di interpretare a loro proposito gli auguri sinistri; perchè se cadeva una saetta in uno esercito, s’egli scurava il sole o la luna, se veniva un tremuoto, se il capitano o nel montare o nello scendere da cavallo cadeva, era da’ soldati interpretato sinistramente, e generava in loro tanta paura che, venendo alla giornata, facilmente l’arebbero perduta. E però gli antichi capitani, tosto che uno simile accidente nasceva, o e’ mostravano la cagione di esso e lo riducevano a cagione naturale, o e’ l’interpretavano a loro proposito. Cesare, cadendo in Affrica nello uscire di nave, disse: Affrica io t’ho presa. E molti hanno renduto la cagione dello oscurare della luna e de’ tremuoti; le quali cose ne’ tempi nostri non possono accadere, sì per non essere i nostri uomini tanto superstiziosi, sì perchè la nostra religione rimuove in tutto da se tali opinioni. Pure, quando egli occorresse, si dee imitare gli ordini degli antichi. Quando o fame o altra naturale necessità o umana passione ha condotto il nemico tuo ad una ultima disperazione e, cacciato da quella, venga a combattere teco, dèi starti dentro a’ tuoi alloggiamenti e, quanto è