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in guerra; i quali, presa occasione di vedere l’esercito nemico e considerare le fortezze e le debolezze sue gli hanno dato occasione di superarlo. Alcuni hanno mandato in esilio uno loro familiare e, mediante quello, conosciuti i disegni dello avversario suo. Intendonsi ancora simili segreti da’ nemici, quando a questo effetto ne pigliassi prigioni. Mario, nella guerra che fece co’ Cimbri per conoscere la fede di quegli Franciosi che allora abitavano la Lombardia ed erano collegati col popolo Romano, mandò loro lettere aperte e suggellate; e nelle aperte scriveva che non aprissero le suggellate se non al tale tempo; e innanzi a quel tempo ridomandandole e trovandole aperte, conobbe la fede loro non essere intera. Hanno alcuni capitani, essendo assaltati, non voluto ire a trovare il nemico, ma sono iti ad assalire il paese suo e costrettolo a tornare a difendere la casa sua. Il che molte volte è riuscito bene, perchè i tuoi soldati cominciano a vincere, a empiersi di preda e di confidenza; quegli del nemico si sbigottiscono, parendo loro di vincitori diventare perditori. In modo che a chi ha fatta questa diversione, molte volte è riuscito bene. Ma solo si può fare per colui che ha il suo paese più forte che non è quel del nemico, perchè, quando fusse altrimenti, andrebbe a perdere. È stata spesso cosa utile a uno capitano che si truova assediato negli alloggiamenti dal nemico, muovere pratica d’accordo e fare triegua con seco per alcuno giorno; il che suole fare i nemici più negligenti in ogni azione, tale che, valendoti della negligenza loro, puoi avere facilmente occasione di uscire loro delle mani. Per questa via Silla si liberò due volte da’ nemici, e con questo medesimo inganno Asdrubale in Ispagna uscì delle forze di Claudio Nerone, il quale lo aveva assediato. Giova ancora, a liberarsi dalle forze del nemico, fare qualche cosa, oltre alle dette, che lo tenga a bada. Questo si fa in due modi: o assaltarlo con parte delle forze, acciocchè, intento a quella zuffa,