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tura se tu puoi essere assediato o no. E però conviene che il capitano sia peritissimo de’ siti de’ paesi, e abbia intorno assai che ne abbiano la medesima perizia. Fuggesi ancora le malattie e la fame, col non fare disordinare l’esercito; perchè, a volerlo mantenere sano, conviene operare che i soldati dormano sotto le tende, che si alloggi dove sieno arbori che facciano ombra, dove sia legname da potere cuocere il cibo, che non cammini per il caldo. E però bisogna trarlo dello alloggiamento innanzi dì, la state, e di verno guardarsi che non cammini per le nevi e per i ghiacci senza avere commodità di fare fuoco, e non manchi del vestito necessario e non bea acque malvage. Quelli che ammalano a caso, farli curare da’ medici; perchè uno capitano non ha rimedio quando egli ha a combattere con le malattie e col nemico. Ma niuna cosa è tanto utile a mantenere l’esercito sano quanto è l’esercizio; e però gli antichi ciascuno dì gli facevano esercitare. Donde si vede quanto questo esercizio vale; perchè, negli alloggiamenti, ti fa sano e, nelle zuffe, vittorioso. Quanto alla fame, non solamente è necessario vedere che il nemico non t’impedisca la vettovaglia, ma provvedere donde tu abbia a averla, e vedere che quella che tu hai, non si sperda. E però ti conviene averne sempre in munizione coll’esercito per uno mese, e dipoi tassare i vicini amici che giornalmente te ne provveggano; farne munizioni in qualche luogo forte e, sopra tutto, dispensarla con diligenza, dandone ogni giorno a ciascuno una ragionevole misura; e osservare in modo questa parte ch’ella non ti disordini, perchè ogni altra cosa nella guerra si può col tempo vincere, questa sola col tempo vince te. Nè sarà mai alcuno tuo nemico, il quale ti possa superare con la fame, che cerchi vincerti col ferro; perchè, se la vittoria non è sì onorevole, ella è più sicura e più certa. Non può adunque fuggire la fame quell’esercito che non è osservante di giustizia e che licenziosamente consuma