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la quarta parte sempre in piè; la quale sarebbe distribuita per tutti gli argini e per tutti i luoghi dell’esercito con guardie doppie poste da ogni quadro di quello; delle quali, parte stessono saldi, parte continuamente andassero dall’uno canto dello alloggiamento all’altro. E questo ordine che io dico, osserverei ancora di giorno quando io avessi il nemico propinquo. Quanto a dare il nome, e quello rinnovare ogni sera e fare l’altre cose che in simili guardie si usano, per essere cose note, non ne parlerò altrimenti. Solo ricorderò una cosa, per essere importantissima e che genera molto bene osservandola, e, non la osservando, molto male; la quale è, che si usi gran diligenza di chi la sera non alloggia dentro al campo e di chi vi viene di nuovo. E questo è facile cosa rivedere a chi alloggia con quello ordine che noi abbiamo disegnato; perchè, avendo ogni alloggiamento il numero degli uomini determinato, è facile cosa vedere se vi manca o se vi avanza uomini, e, quando ve ne manca senza licenza, punirgli come fuggitivi, e, se ve ne avanza, intendere chi sono, quello che fanno e dell’altre condizioni loro. Questa diligenza fa che il nemico non può, se non con difficultà, tenere pratica co’ tuoi capi ed essere consapevole de’ tuoi consigli. La quale cosa se da’ Romani non fusse stata osservata con diligenza, non poteva Claudio Nerone, avendo Annibale appresso, partirsi da’ suoi alloggiamenti ch’egli aveva in Lucania, e andare e tornare dalla Marca, senza che Annibale ne avesse presentito alcuna cosa. Ma egli non basta fare questi ordini buoni, se non si fanno con una gran severità osservare; perchè non è cosa che voglia tanta osservanza, quanta si ricerca in uno esercito. Però le leggi a fortificazione di quello deggiono essere aspre e dure, e lo esecutore durissimo. I Romani punivano di pena capitale chi mancava nelle guardie, chi abbandonava il luogo che gli era dato a combattere, chi portava cosa alcuna di nascosto fuora degli