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giare da quegli, non osservando però al tutto gli ordini loro, ma prendendone quella parte quale mi pare che a’ presenti tempi si confaccia. Io vi ho detto più volte come i Romani avevano, negli loro eserciti Consolari, due Legioni d’uomini Romani, i quali erano circa undicimila fanti e seicento cavalli; e di più avevano altri undicimila fanti di gente mandata dagli amici in loro aiuto: nè mai negli loro eserciti avevano più soldati forestieri che Romani, eccetto che di cavalli, i quali non si curavano passassero il numero delle Legioni loro; e, come in tutte l’azioni loro, mettevano le Legioni in mezzo e, gli ausiliari da lato. Il quale modo osservavano ancora nello alloggiarsi, come per voi medesimi avete potuto leggiere in quegli che scrivono le cose loro; e però io non sono per narrarvi appunto come quegli alloggiassero, ma per dirvi solo con quale ordine io al presente alloggerei il mio esercito, e voi allora conoscerete quale parte io abbia tratta da’ modi Romani. Voi sapete che, all’incontro di due Legioni Romane, io ho preso due battaglioni di fanti, di semila fanti e trecento cavalli utili per battaglione, e in che battaglie, in che arme, in che nomi io li ho divisi. Sapete come nell’ordinare l’esercito a camminare e a combattere, io non ho fatto menzione d’altre genti, ma solo ho mostro come, raddoppiando le genti, non si aveva se non a raddoppiare gli ordini. Ma volendo, al presente, mostrarvi il modo dello alloggiare, mi pare da non stare solamente con due battaglioni, ma da ridurre insieme uno esercito giusto, composto, a similitudine del Romano, di due battaglioni e di altrettante genti ausiliarie. Il che fo, perchè la forma dello alloggiamento sia più perfetta, alloggiando uno esercito perfetto; la quale cosa nelle altre dimostrazioni non mi è paruta necessaria. Volendo adunque alloggiare uno esercito giusto di ventiquattro mila fanti e di duemila cavalli utili, essendo diviso in quattro battaglioni, due