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voci hanno ad essere semplici e nette, come: Premete! State forti! Innanzi! Tornate!. E tutte quelle cose che si possono fare con la voce, si facciano; l’altre si facciano con il suono. Quanto agli spianatori, che è la seconda domanda vostra, io fare’ fare questo uffizio a’ miei soldati proprj, sì perchè così si faceva nella antica milizia, sì ancora, perchè fusse nell’esercito meno gente disarmata e meno impedimenti, e ne trarrei d’ogni battaglia quel numero bisognasse, e farei loro pigliare gli istrumenti atti a spianare, e l’armi lasciare a quelle file che fussero loro più presso, le quali le porterebbero loro, e, venendo il nemico non avrebbono a fare altro che ripigliarle e ritornare negli ordini loro.

Zanobi. Gli istrumenti da spianare chi gli porterebbe?

Fabrizio. I carri, a portare simili istrumenti, deputati.

Zanobi. Io dubito che voi non condurresti mai questi vostri soldati a zappare.

Fabrizio. Di tutto si ragionerà nel luogo suo. Per ora io voglio lasciare stare questa parte e ragionare del modo del vivere dell’esercito; perchè mi pare, avendolo tanto affaticato, che sia tempo da rinfrescarlo e ristorarlo con il cibo. Voi avete ad intendere che uno principe debbe ordinare l’esercito suo più espedito che sia possibile e torgli tutte quelle cose che gli aggiugnessero carico e gli facessero difficili le imprese. Tra quelle che arrecono più difficultà, sono avere a tenere provvisto l’esercito di vino e di pane cotto. Gli antichi al vino non pensavano, perchè, mancandone, beevano acqua tinta con un poco d’aceto per darle sapore; donde che tra le munizioni de’ viveri dell’esercito era l’aceto e non il vino. Non cocevano il pane ne’ forni, come si usa per le cittadi, ma provvedevano le farine; e di quelle ogni soldato a suo modo si soddisfaceva, avendo per condimento lardo e sugna; il che dava, al pane che facevano, sapore e gli manteneva gagliardi. In modo che le