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quali, sendo stati vinti da Marco Regolo più volte, furono dipoi, per il consiglio di Santippo lacedemonio, vittoriosi, il quale gli fece scendere nel piano, dove, per virtù de’ cavalli e degli liofanti, poterono superare i Romani. E mi pare, secondo gli antichi esempj, che quasi tutti i capitani eccellenti, quando eglino hanno conosciuto che il nemico ha fatto forte uno lato della battaglia, non gli hanno opposta la parte più forte, ma la più debole; e l’altra più forte hanno opposta alla più debole; poi, nello appiccare la zuffa, hanno comandato alla loro parte più gagliarda, che solamente sostenga il nemico e non lo spinga, e alla più debole, che si lasci vincere e ritirisi nell’ultima schiera dell’esercito. Questo genera due grandi disordini al nemico: il primo, ch’egli si truova la sua parte più gagliarda circondata; il secondo è che, parendogli avere la vittoria subito, rade volte è che non si disordini; donde ne nasce la sua subita perdita. Cornelio Scipione, sendo in Ispagna contro ad Asdrubale cartaginese, e sapendo come ad Asdrubale era noto ch’egli nell’ordinare l’esercito poneva le sue Legioni in mezzo, la quale era la più forte parte del suo esercito, e, per questo, come Asdrubale con simile ordine doveva procedere; quando dipoi venne alla giornata, mutò ordine, e le sue Legioni messe ne’ corni dell’esercito, e nel mezzo pose tutte le sue genti più deboli. Dipoi, venendo alle mani, in un subito quelle genti poste nel mezzo fece camminare adagio ed i corni dell’esercito con celerità farsi innanzi; dimodochè solo i corni dell’uno e dell’altro esercito combattevano, e le schiere di mezzo, per essere distante l’una dall’altra, non si aggiugnevano; e così veniva a combattere la parte di Scipione più gagliarda con la più debole d’Asdrubale; e vinselo. Il quale modo fu allora utile; ma oggi, rispetto alle artiglierie, non si potrebbe usare; perchè quello spazio che rimarrebbe nel mezzo, tra l’uno esercito e l’altro, darebbe tempo a quelle di potere trarre; il