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correvano. Ma io credo che sia bene, signore, che voi avanziate tempo e abbiate pazienza, se con queste nostre cerimonie vi infastidissimo.
Fabrizio. Anzi mi date piacere, perchè questa variazione de’ domandatori mi fa conoscere i varj ingegni e i varj appetiti vostri. Ma restavi cosa alcuna che vi paia da aggiugnere alla materia ragionata?
Zanobi. Due cose desidero, avanti che si passi ad un’altra parte: l’una, è che voi ne mostriate se altra forma di ordinare eserciti vi occorre; l’altra, quali rispetti debbe avere uno capitano prima che si conduca alla zuffa, e, nascendo alcuno accidente in essa, quali rimedj vi si possa fare.
Fabrizio. Io mi sforzerò soddisfarvi. Non risponderò già distintamente alle domande vostre, perchè, mentre che io risponderò a una, molte volte si verrà a rispondere all’altra. Io vi ho detto come io vi proposi una forma di esercito, acciocchè, secondo quella, gli potesse dare tutte quelle forme che il nemico e il sito ricerca; perchè, in questo caso, e secondo il sito e secondo il nemico si procede. Ma notate questo: che non ci è la più pericolosa forma che distendere assai la fronte dell’esercito tuo, se già tu non hai un gagliardissimo e un grandissimo esercito; altrimenti tu l’hai a fare piuttosto grosso e poco largo, che assai largo e sottile. Perchè, quando tu hai poche genti a comparazione del nemico, tu dei cercare degli altri rimedj, come sono: ordinare l’esercito tuo in lato che tu sia fasciato o da fiume o da palude, in modo che tu non possa essere circondato; o fasciarti da’ fianchi con le fosse, come fece Cesare in Francia. E avete a prendere in questo caso questa generalità: di allargarvi o ristrignervi con la fronte, secondo il numero vostro e quello del nemico; ed essendo il nemico di minore numero, dei cercare di luoghi larghi, avendo tu massimamente le genti tue disciplinate, acciocchè tu possa non solamente circondare il nemico, ma di-