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quando il nemico pervenisse alla schiera terza, perchè quivi, non con due battaglie che vi truova fresche, ma con tutto il battaglione avrebbe a combattere. E perchè questa ultima parte ha a ricevere più uomini, conviene che gli spazi sieno maggiori e, chi li riceve, sia minore numero.

Luigi. E’ mi piace quello che voi avete detto; ma rispondetemi ancora a questo: se le cinque prime battaglie si ritirano tra le tre seconde e, dipoi, le otto tra le due terze, non pare possibile che, ridotte le otto insieme e dipoi le dieci insieme, cappiano, o quando sono otto o quando sono dieci, in quel medesimo spazio che capevano le cinque.

Fabrizio. La prima cosa che io vi rispondo, è ch’egli non è quel medesimo spazio; perchè le cinque hanno quattro spazi in mezzo, che ritirandosi tra le tre o tra le due, gli occupano: restavi poi quello spazio che è tra uno battaglione e l’altro e quello che è tra le battaglie e le picche estraordinarie; i quali spazi tutti fanno larghezza. Aggiugnesi a questo, che altro spazio tengono le battaglie quando sono negli ordini senza essere alterate, che quando le sono alterate; perchè, nell’alterazione, o elle stringono o elle allargano gli ordini. Allargangli, quando temono tanto ch’elle si mettono in fuga; stringongli, quando temono in modo ch’elle cercono assicurarsi non con la fuga, ma con la difesa, tale che in questo caso elle verrebbero a ristringersi e non a rallargarsi. Aggiugnesi a questo, che le cinque file delle picche che sono davanti, appiccata ch’elle hanno la zuffa, si hanno tra le loro battaglie a ritirare nella coda dell’esercito, per dare luogo agli scudati che possano combattere, e quelle, andando nella coda dell’esercito, possono servire a quello che il capitano giudicasse fusse bene operarle; dove dinanzi, mescolata che è la zuffa, sarebbono al tutto inutili. E per questo gli spazi ordinati vengono ad essere del rimanente delle genti capacissimi. Pure, quando questi spazi non bastasse-