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gono a ristringere; in modo che, se voi fate gli intervalli di poca larghezza dove voi mettete l’artiglierie, in poco tempo son ristretti in modo che l’artiglieria non potrà più fare l’ufficio suo; se voi gli fate larghi per fuggire questo pericolo, voi incorrerete in uno maggiore; che voi per quegli intervalli non solamente date commodità al nemico di occuparvi l’artiglieria, ma di rompervi. Ma voi avete a sapere ch’egli è impossibile tenere l’artiglierie tra le schiere, massime quelle che vanno in sulle carrette, perchè l’artiglierie camminano per uno verso e traggono per l’altro; dimodochè, avendo a camminare e trarre, è necessario, innanzi al trarre, si voltino e, per voltarsi, vogliono tanto spazio che cinquanta carri d’artiglieria disordinerebbono ogni esercito. Però è necessario tenerle fuora delle schiere, dov’elle possono essere combattute nel modo che poco fa dimostrammo. Ma poniamo ch’elle vi si potessono tenere e che si potesse trovare una via di mezzo, e di qualità che, ristringendosi, non impedisse l’artiglieria e non fusse sì aperta ch’ella desse la via al nemico; dico che ci si rimedia facilmente col fare all’incontro intervalli nell’esercito tuo che dieno la via libera a’ colpi di quella; e così verrà la furia sua ad essere vana. Il che si può fare facilissimamente, perchè, volendo il nemico che l’artiglieria sua stia sicura, conviene ch’egli la ponga dietro nell’ultima parte degli intervalli; in modo che i colpi di quella, a volere che non offendano i suoi proprj, conviene passino per una linea retta e per quella medesima, sempre; e però col dare loro luogo, facilmente si possono fuggire; perchè questa è una regola generale: che a quelle cose le quali non si possono sostenere, si ha a dare la via, come facevano gli antichi a’ liofanti e a’ carri falcati. Io credo, anzi sono più che certo, che vi pare che io abbia acconcia e vinta una giornata a mio modo; nondimeno io vi replico questo, quando non basti quanto ho detto infino a quì, che sa-