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tile l’una per essere troppo lunga, l’altra per trovare il nemico troppo armato, in parte cascano feriti o morti, in parte fuggono. Vedetegli fuggire dal destro canto; fuggono ancora dal sinistro, ecco che la vittoria è nostra. Non abbiamo noi vinto una giornata felicissimamente? Ma con maggiore felicità si vincerebbe, se mi fusse concesso il metterla in atto. E vedete che non è bisognato valersi nè del secondo nè del terzo ordine; che gli è bastata la nostra prima fronte a superargli. In questa parte io non ho che dirvi altro, se non risolvere se alcuna dubitazione vi nasce.
Luigi. Voi avete con tanta furia vinta questa giornata, che io ne resto tutto ammirato e in tanto stupefatto, che io non credo potere bene esplicare se alcuno dubbio mi resta nell’animo. Pure, confidandomi nella vostra prudenza, piglierò animo a dire quello che io intendo. Ditemi prima: perchè non facesti voi trarre le vostre artiglierie più che una volta? E perchè subito le facesti ritirare dentro all’esercito, nè poi ne facesti menzione? Parvemi ancora che voi poneste l’artiglierie del nemico alte e ordinassile a vostro modo; il che può molto bene essere. Pure, quando egli occorresse, che credo ch’egli occorrà spesso, che percuotano le schiere, che rimedio ne date? E poichè io mi sono cominciato dalle artiglierie, io voglio fornire tutta questa domanda, per non ne avere a ragionare più. Io ho sentito a molti spregiare l’armi e gli ordini degli eserciti antichi, arguendo come oggi potrebbono poco, anzi tutti quanti sarebbero inutili, rispetto al furore delle artiglierie; perchè queste rompono gli ordini e passono l’armi in modo, che pare loro pazzia fare uno ordine che non si possa tenere, e durare fatica a portare an’arme che non ti possa difendere.
Fabrizio. Questa domanda vostra ha bisogno, perch’ella ha assai capi, d’una lunga risposta. Egli è vero che io non feci tirare l’artiglieria più che una volta, e ancora di quella