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lenti. All’Affrica intervenne il medesimo; pure vi se ne nutrì più, rispetto alla Repubblica cartaginese. Perchè delle republiche esce più uomini eccellenti che de’ regni, perchè in quelle il più delle volte si onora la virtù, ne’ Regni si teme; onde ne nasce che nell’una gli uomini virtuosi si nutriscono, nell’altra si spengono. Chi considererà adunque la parte d’Europa, la troverrà essere stata piena di republiche e di principati, i quali, per timore che l’uno aveva dell’altro, erano constretti a tenere vivi gli ordini militari e onorare coloro che in quegli più si prevalevano. Perchè in Grecia, oltre al Regno de’ Macedoni, erano assai republiche, e in ciascuna di quelle nacquero uomini eccellentissimi. In Italia erano i Romani, i Sanniti, i Toscani, i Galli Cisalpini. La Francia e la Magna era piena di republiche e di principi; la Ispagna quel medesimo. E benchè a comparazione de’ Romani se ne nominino pochi altri, nasce dalla malignità degli scrittori, i quali seguitano la fortuna, e a loro il più delle volte basta onorare i vincitori. Ma egli non è ragionevole che tra i Sanniti e i Toscani, i quali combatterono cento cinquanta anni col popolo Romano prima che fussero vinti, non nascessero moltissimi uomini eccellenti. E così medesimamente in Francia e in Ispagna. Ma quella virtù che gli scrittori non celebrano negli uomini particolari, celebrano generalmente ne’ popoli, dove esaltano infino alle stelle l’ostinazione che era in quegli per difendere la libertà loro. Sendo adunque vero che, dove sia più imperj, surga più uomini valenti, seguita di necessità che, spegnendosi quelli, si spenga di mano in mano la virtù, venendo meno la cagione che fa gli uomini virtuosi. Essendo pertanto dipoi cresciuto l’imperio Romano, e avendo spente tutte le republiche e i principati d’Europa e d’Affrica e in maggior parte quelli dell’asia, non lasciò alcuna via alla virtù, se non Roma. Donde ne nacque che cominciarono gli uomini virtuosi ad