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Dicovi, adunque, com’egli importa più che cosa alcuna avere i soldati che si sappiano mettere negli ordini tosto; ed è necessario tenergli in queste battaglie, esercitarvegli dentro e fargli andare forte o innanzi o indietro, passare per luoghi difficili senza turbare l’ordine; perchè i soldati che sanno fare questo bene, sono soldati pratichi, e, ancora che non avessero mai veduti nimici in viso, si possono chiamare soldati vecchi. E al contrario, quegli che non sanno tenere questi ordini, se si fussero trovati in mille guerre, si deggiono sempre istimare soldati nuovi. Questo è quanto al mettergli insieme, quando sono nelle file piccole, camminando. Ma messi che sono, e poi, essendo rotti per qualche accidente che nasca o dal sito o dal nimico, a fare che in uno subito si riordinino, questa è la importanza e la difficultà e dove bisogna assai esercizio ed assai pratica, e dove gli antichi mettevano assai studio. È necessario pertanto fare due cose: prima, avere questa battaglia piena di contrassegni; l’altra, tenere sempre questo ordine: che quegli medesimi fanti stieno sempre in quelle medesime file. Verbigrazia, se uno ha cominciato a stare nella seconda, ch’egli stia dipoi sempre in quella; e non solamente in quella medesima fila, ma in quello medesimo luogo; a che osservare, come ho detto, sono necessarj gli assai contrassegni. In prima, è necessario che la bandiera sia in modo contrassegnata che, convenendo con l’altre battaglie, ella si conosca da loro. Secondo, che il connestabole e i Centurioni abbiano pennacchi in testa, differenti e conoscibili; e, quello che importa più, ordinare che si conoscano i Capidieci. A che gli antichi avevano tanta cura, che, non ch’altro, avevano scritto nella celata il numero, chiamandoli primo, secondo, terzo, quarto, ecc. E non erano ancora contenti a questo; che de’ soldati ciascuno aveva scritto nello scudo il numero della fila e il numero delluogo che in quella fila gli toccava. Sendo dunque gli uomini contrassegnati così e assuefatti