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ancora ch’essi imparino a stare negli ordini, ad ubbidire a’ segni a’ suoni ed alle voci del capitano; sapere, stando, ritirandosi, andando innanzi, combattendo e camminando, mantenere quelli; perchè senza questa disciplina, con ogni accurata diligenza osservata e praticata, mai esercito non fu buono. E senza dubbio gli uomini feroci e disordinati sono molto più deboli che i timidi e ordinati; perchè l’ordine caccia dagli uomini il timore, il disordine scema la ferocia. E perchè voi intendiate meglio quello che di sotto si dirà, voi avete a intendere come ogni nazione, nell’ordinare gli uomini suoi alla guerra, ha fatto nell’esercito suo, ovvero nella sua milizia uno membro principale; il quale, se l’hanno variato con il nome, l’hanno poco variato con il numero degli uomini, perchè tutti l’hanno composto di sei in ottomila uomini. Questo membro da’ Romani fu chiamato Legione, da’ Greci Falange, dai Francesi Caterva. Questo medesimo ne’ nostri tempi da’ Svizzeri, i quali soli dell’antica milizia ritengono alcuna ombra, è chiamato in loro lingua quello che in nostra significa battaglione. Vero è che ciascuno l’ha poi diviso in varie battaglie, ed a suo proposito ordinato. Parmi, adunque, che noi fondiamo il nostro parlare in su questo nome come più noto, e dipoi, secondo gli antichi e moderni ordini, il meglio che è possibile, ordinarlo. E perchè i Romani dividevano la loro legione, che era composta di cinque in seimila uomini, in dieci coorti, io voglio che noi dividiamo il nostro battaglione in dieci battaglie e lo componiamo di seimila uomini di piè; e dareno a ogni battaglia quattrocentocinquanta uomini, de’ quali ne sieno quattrocento armati d’armi gravi e cinquanta d’armi leggieri. l’armi gravi sieno trecento scudi con le spade, e chiaminsi scudati; e cento con le picche, e chiaminsi picche ordinarie; l’armi leggieri sieno cinquanta fanti armati di scoppietti, balestra e partigiane e rotelle; e questi da un