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mani potranno superare i fanti e i cavalli, i Tedeschi solo i cavalli.

Cosimo. Io disidererei che voi venissi a qualche esempio più particolare, acciocchè noi lo intendessimo meglio.

Fabrizio. Dico così: che voi troverrete, in molti luoghi delle istorie nostre, le fanterie Romane avere vinti innumerabili cavalli, e mai troverrete ch’elle sieno state vinte da uomini a piè, per difetto ch’ell’abbiano avuto nell’armare, o per vantaggio che abbia avuto il nimico nell’armi. Perchè, se il modo delloro armare avesse avuto difetto, egli era necessario che seguisse l’una delle due cose: o che, trovando chi armasse meglio di loro, ei non andassono più avanti con gli acquisti, o che pigliassero de’ modi forestieri e lasciassero i loro. E perchè non seguì nè l’una cosa nè l’altra, ne nasce che si può facilmente conietturare che il modo dell’armare loro fusse migliore che quello di alcuno altro. Non è già così intervenuto alle fanterie Tedesche, perchè si è visto fare loro cattiva pruova qualunque volta quelle hanno avuto a combattere con uomini a piè, ordinati e ostinati come loro; il che è nato dal vantaggio che quelle hanno riscontro nelle armi nimiche. Filippo Visconti, duca di Milano, essendo assaltato da diciottomila Svizzeri, mandò loro incontro il conte Carmignuola, il quale allora era suo capitano. Costui con seimila cavalli e pochi fanti, gli andò a trovare, e, venendo con loro alle mani, fu ributtato con suo danno gravissimo. Donde il Carmignuola, come uomo prudente, subito conobbe la potenza dell’armi nimiche, e quanto contro a’ cavalli le prevalevano, e la debolezza de’ cavalli contro a quegli a piè così ordinati; e rimesso insieme le sue genti, andò a ritrovare i Svizzeri e, come fu loro propinquo, fece scendere da cavallo le sue genti d’armi; e in tale maniera combattendo con quegli, tutti, fuora che tremila, gli ammazzò; i quali, veggendosi consumare senza avere rimedio, gittate l’armi in terra, si arrenderono.