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armi sopradette. I Greci non armavono sì gravemente per difesa come i Romani, ma, per offesa si fondavono più in sull’asta che in sulla spada, e massime le falangi di Macedonia, le quali portavano aste che chiamavono sarisse, lunghe bene dieci braccia, con le quali eglino aprivono le stiere nimiche e tenevano gli ordini nelle loro falangi. E benchè alcuni scrittori dicono ch’egli avevano ancora lo scudo, non so, per le ragioni dette di sopra, come e’ potevano stare insieme le sarisse e quegli. Oltre a questo, nella giornata che fece Paulo Emilio con Persa re di Macedonia, non mi ricorda che vi sia fatta menzione di scudi, ma solo delle sarisse e delle difficultà che ebbe lo esercito Romano a vincerle. In modo che io conietturo, che non altrimenti fusse una falange macedonica, che si sia oggi una battaglia di Svizzeri, i quali hanno nelle picche tutto lo sforzo e tutta la potenza loro. Ornavano i Romani oltre alle armi le fanterie con pennacchi; le quali cose fanno l’aspetto d’uno esercito agli amici bello, a’ nimici terribile. l’armi degli uomini a cavallo in quella prima antichità Romana erano uno scudo tondo, ed avevano coperto il capo, ed il resto era disarmato. Avevano la spada, ed un’asta con il ferro solamente dinanzi, lunga e sottile, donde venivano a non potere fermare lo scudo; e l’asta nello agitarsi si fiaccava, ed essi, per essere disarmati, erano esposti alle ferite. Dipoi con il tempo si armarono come i fanti; ma avevano lo scudo più breve e quadrato e l’asta più ferma e con due ferri, acciocchè, scollandosi da una parte, si potessero valere dell’altra. Con queste armi, così di piede come di cavallo, occuparono i miei Romani tutto il mondo; ed è credibile, per il frutto che se ne vide, che fussono i meglio armati eserciti che fussero mai. E Tito Livio nelle sue istorie ne fa fede assai volte dove, venendo in comparazione degli eserciti nimici, dice: Ma i Romani per virtù, per generazione di armi e disciplina erano su-