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segnate da costoro. Dico pertanto in prima, che il minore numero dove sia assai popolo, come è, verbigrazia Toscana, non fa che voi gli abbiate migliori, nè che il Deletto sia più scelto. Perchè volendo, nello eleggere gli uomini, giudicargli dall’esperienza, se ne troverebbe in quel paese pochissimi i quali l’esperienza facesse probabili, sì perchè pochi ne sono stati in guerra, sì perchè, di quegli pochi, pochissimi hanno fatto pruova mediante la quale ei meritassono di essere prima scelti che gli altri; in modo che chi gli debbe in simili luoghi eleggere, conviene lasci da parte l’esperienza e gli prenda per coniettura. Riducendosi dunque altri in tale necessità, vorrei intendere, se mi vengono avanti venti giovani di buona presenza, con che regola io ne debbo prendere o lasciare alcuno; tale che, senza dubbio, credo che ogni uomo confesserà come e’ fia minore errore torgli tutti per armargli ed esercitargli, non potendo sapere quale di loro sia migliore, e riserbarsi a fare poi più certo Deletto quando, nel praticargli con lo esercizio, si conoscessero quegli di più spirito e di più vita. In modo che, considerato tutto, lo scerne in questo caso pochi per avergli migliori è al tutto falso. Quanto per dare meno disagio al paese e agli uomini, dico che l’ordinanza, o molta o poca ch’ella sia, non dà alcuno disagio; perchè questo ordine non toglie gli uomini da alcuna loro faccenda, non gli lega che non possano ire a fare alcuno loro fatto, perchè gli obliga solo ne’ giorni oziosi a convenire insieme per esercitarsi; la quale cosa non fa danno nè al paese nè agli uomini, anzi a’ giovani arrecherebbe diletto, perchè, dove ne’ giorni festivi vilmente si stanno oziosi per li ridotti, andrebbero per piacere a questi esercizi, perchè il trattare dell’armi, com’egli è bello spettacolo, così è a’ giovani dilettevole. Quanto a potere pagare il minore numero e, per questo, tenergli più ubbidienti e più contenti, rispondo come non si può fare ordinanza di sì pochi,