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difesa di quella città. Ma torniamo al nostro Deletto. Dico di nuovo che, avendo ad instaurare un ordine vecchio, io gli prenderei diciassette; avendo a crearne uno nuovo, io gli prenderei d’ogni età tra diciassette e quaranta, per potermene valere subito.
Cosimo. Fareste voi differenza di quale arte voi gli scegliessi?
Fabrizio. Questi scrittori la fanno, perchè non vogliono che si prendano uccellatori, pescatori, cuochi, ruffiani e qualunque fa arte di sollazzo; ma vogliono che si tolgano, oltre a’ lavoratori di terra, fabbri, maniscalchi, legnaiuoli, beccai, cacciatori, e simili. Ma io ne farei poca differenza, quanto al conietturare dall’arte la bontà dell’uomo; ma sì bene, quanto al poterlo con più utilità usare. E per questa cagione i contadini che sono usi a lavorare la terra, sono più utili che niuno; perchè di tutte l’arti questa negli eserciti si adopera più che l’altre. Dopo questa sono i fabbri, legnaiuoli, maniscalchi, scarpellini; de’ quali è utile avere assai, perchè torna bene la loro arte in molte cose, sendo cosa molto buona avere uno soldato del quale tu tragga doppio servigio.
Cosimo. Da che si conoscono quelli che sono o non sono sufficienti a militare?
Fabrizio. Io voglio parlare del modo dello eleggere una ordinanza nuova per farne dipoi uno esercito; perchè parte si viene ancora a ragionare della elezione che si facesse ad instaurazione d’una ordinanza vecchia. Dico, pertanto, che la bontà d’uno che tu hai ad eleggere per soldato, si conosce o per esperienza, mediante qualche sua egregia opera, o per coniettura. La pruova di virtù non si può trovare negli uomini che si eleggono di nuovo e che mai più non sono stati eletti; e di questi se ne truova o pochi o niuno nell’ordinanze che di nuovo s’ordinano. È necessario pertanto, mancando questa esperienza, ricorrere