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Cosimo. Dunque lodate voi l’ordinanza?
Fabrizio. Perchè, volete voi che io la danni?
Cosimo. Perchè molti savi uomini l’hanno sempre biasimata.
Fabrizio. Voi dite una cosa contraria a dire che un savio biasimi l’ordinanza, ei può bene essere tenuto savio ed essergli fatto torto.
Cosimo. La cattiva pruova ch’ella ha fatto sempre, farà avere per noi tale opinione.
Fabrizio. Guardate che non sia il difetto vostro, non il suo, il che voi conoscerete prima che si fornisca questo ragionamento.
Cosimo. Voi ne farete cosa gratissima; pure io vi voglio dire in quello che costoro l’accusano, acciò voi possiate meglio giustificarne. Dicono costoro così: o ella fia inutile e fidandoci noi di quella ci farà perdere lo stato; o ella fia virtuosa, e, mediante quella, chi la governa ce lo potrà facilmente torre. Allegano i Romani, i quali, mediante queste armi proprie, perderono la libertà; allegano i Viniziani e il Re di Francia, de’ quali quelli, per non avere ad ubbidire a un loro cittadino, usano le armi d’altri, e il Re ha disarmati i suoi popoli per potergli più facilmente comandare. Ma temono più assai la inutilità che questo. Della quale inutilità ne allegano due ragioni principali: una, per essere inesperti, l’altra, per avere a militare per forza; perchè dicano che da grande non si imparano le cose, e a forza non si fece mai nulla bene.
Fabrizio. Tutte queste ragioni che voi dite, sono da uomini che cognoschino le cose poco discosto, come io apertamente vi mostrerrò. E prima, quanto alla inutilità, io vi dico che non si usa milizia più utile che la propria, nè si può ordinare milizia propria se non in questo modo. E perchè questo non ha disputa, io non ci voglio molto perdere tempo, perchè tutti gli