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libro primo | 201 |
pato; o come cittadino, e per quel tempo capitano, sendo una Repubblica; altrimenti è difficile fare cosa di buono.
Cosimo. Perchè?
Fabrizio. Io vel dirò al tempo; per ora voglio vi basti questo, che non si può operare bene per altra via.
Cosimo. Avendosi adunque a far questo Deletto ne’ suoi paesi, donde giudicate voi sia meglio trargli o della città o del contado?
Fabrizio. Questi che ne hanno scritto tutti s’accordano che sia meglio eleggergli del contado, sendo uomini avvezzi a’ disagi, nutriti nelle fatiche, consueti stare al sole, fuggire l’ombra, sapere adoperare il ferro, cavare una fossa, portare un peso, ed essere senza astuzia e senza malizia. Ma in questa parte l’opinione mia sarebbe, che sendo di due ragioni soldati, a piè e a cavallo, che si eleggessero quelli a piè del contado, e gli a cavallo delle cittadi.
Cosimo. Di quale età gli torreste voi?
Fabrizio. Torreigli, quando io avessi a fare nuova milizia, da diciassette a quaranta anni; quando la fusse fatta, ed io l’avessi a instaurare, di diciassette sempre.
Cosimo. Io non intendo bene questa distinzione.
Fabrizio. Dirovvi; quando io avessi a ordinare una milizia dov’ella non fusse, sarebbe necessario eleggere tutti quelli uomini che fussero più atti, pure che fussero d'età militare, per potergli instruire, come per me si dirà; ma quando io avessi a fare il Deletto ne’ luoghi, dove fusse ordinata questa milizia, per supplimento d'essa gli torrei di diecisette anni, perchè gli altri di più tempo sarebbono scelti e descritti.
Cosimo. Dunque vorreste voi fare un'ordinanza simile a quella, che è ne’ paesi nostri.
Fabrizio. Voi dite bene; vero è ch'io gli armerei, capitanerei, eserciterei, ed ordinerei in un modo, che io non so se voi gli avete ordinati così.