fanno a quegli che gli conducono, perchè la guerra duri; e se pure la pace viene, spesso occorre che i capi, sendo privi degli stipendj e del vivere, licenziosamente rizzano una bandiera di ventura e senza alcuna pietà saccheggiano una provincia. Non avete voi nella memoria delle cose vostre come, trovandosi assai soldati in Italia senza soldo per essere finite le guerre, si ragunarono insieme più brigate, le quali si chiamarono Compagnie, e andavano taglieggiando le terre e saccheggiando il paese, senza che vi si potesse fare alcuno rimedio? Non avete voi letto che i soldati cartaginesi, finita la prima guerra ch’egli ebbero co’ Romani, sotto MatHo e Spendio, due capi fatti tumultuariamente da loro, ferono più pericolosa guerra a’ Cartaginesi che quella che loro avevano finita co’ Romani? Ne’ tempi de’ padri nostri, Francesco Sforza, per potere vivere onorevolmente ne’ tempi della pace, non solamente ingannò i Milanesi de’ quali era soldato, ma tolse loro la libertà e divenne loro principe. Simili a costui sono stati tutti gli altri soldati d’Italia, che hanno usato la milizia per loro particolare arte; e se non sono, mediante le loro malignitadi, diventati Duchi di Milano, tantopiù meritano di essere biasimati, perchè senza tanto utile hanno tutti, se si vedesse la vita loro, i medesimi carichi. Sforza, padre di Francesco, costrinse la Reina Giovanna a gittarsi nelle braccia del Re di Ragona, avendola in un subito abbandonata e in mezzo a’ suoi nimici lasciatala disarmata, solo per sfogare l’ambizione sua o di taglieggiarla o di torle il regno. Braccio, con le medesime industrie, cercò di occupare il regno di Napoli, e se non era rotto e morto a l’Aquila, gli riusciva. Simili disordini non nascono da altro che da essere stati uomini che usavano lo esercizio del soldo per loro propria arte. Non avete voi un proverbio il quale fortifica le mie ragioni, che dice: la guerra fa i ladri, e la pace gl’impicca?. Perchè quegli che non sanno vivere d’altro esercizio, e in quello non