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libro primo 189

scusa, nondimeno voglio entrare a più sodisfazione mia e vostra, poichè la stagione lo comporta, in più lungo ragionamento. Gli uomini che vogliono fare una cosa, deggiono prima con ogni industria prepararsi, per essere, venendo l’occasione, apparecchiati a soddisfare a quello che si hanno presupposto di operare. E perchè, quando le preparazioni sono fatte cautamente elle non si conoscono, non si può accusare alcuno d’alcuna negligenza, se prima non è scoperto dalla occasione; nella quale poi, non operando, si vede o che non si è preparato tanto che basti, o che non vi ha in alcuna parte pensato. E perchè a me non è venuta occasione alcuna di potere mostrare i preparamenti da me fatti per potere ridurre la milizia negli antichi suoi ordini, se io non la ho ridotta, non ne posso essere da voi nè da altri incolpato. Io credo che questa scusa basterebbe per risposta all’accusa vostra.

Cosimo. Basterebbe, quando io fussi certo che l’occasione non fusse venuta.

Fabrizio. Ma perchè io so che voi potete dubitare se questa occasione è venuta o nò, voglio io largamente, quando voi vogliate con pazienza ascoltarmi discorrere: quali preparamenti sono necessari prima a fare; quale occasione bisogna nasca; quale difficoltà impedisce che i preparamenti non giovino e che l’occasione non venga; e come questa cosa a un tratto, che pajono termini contrarj, è difficilissima e facilissima a fare.

Cosimo. Voi non potete fare, e a me e a questi altri, cosa più grata di questa. E se a voi non rincrescerà il parlare, mai a noi non rincrescerà l’udire. Ma perchè questo ragionamento debbe esser lungo, io voglio ajuto da questi miei amici, con licenza vostra; e loro ed io vi preghiamo d’una cosa, che voi non pigliate fastidio, se qualche volta con qualche domanda importuna vi interromperemo.