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186 | dell'arte della guerra |
ve ne maravigliate, perchè ce ne sono alcuni più dagli antichi, che oggi dal comune uso celebrati. E dettogli il nome di essi, e come Bernardo suo avolo in tale cultura si era affaticato, replicò Fabrizio: Io pensava che fusse quello che voi dite e questo luogo e questo studio mi faceva ricordare d’alcuni Principi del Regno, i quali di queste antiche culture e ombre si dilettano. E fermato in su questo il parlare, e stato alquanto sopra di se come sospeso, soggiunse: Se io non credessi offendere, io ne direi la mia opinione; ma io non lo credo fare parlando con gli amici, e per disputare le cose, e non per calunniarle. Quanto meglio avrebbono fatto quelli, sia detto con pace di tutti, a cercare di somigliare gli antichi nelle cose forti e aspre, non nelle delicate e molli, e in quelle che facevano sotto il sole, non sotto l’ombra, e pigliare i modi della antichità vera e perfetta, non quelli della falsa e corrotta; perchè poichè questi studj piacquero ai miei Romani, la mia patria rovinò. A che Cosimo rispose: ma per fuggire il fastidio d’avere a ripigliare tante volte quel disse, e quell’altro soggiunse, si noteranno solamente i nomi di chi parli, senza replicarne altro: disse dunque.
Cosimo. Voi avete aperto la via ad un ragionamento, quale io desiderava, e vi prego che voi parliate senza rispetto, perchè io senza rispetto vi domanderò; e se io domandando o replicando scuserò o accuserò alcuno, non sarà per scusare o per accusare, ma per intendere da voi la verità.
Fabrizio. Ed io sarò molto contento di dirvi quel che io intenderò di tutto quello mi domanderete, il che se sarà vero o no, me ne rapporterò al vostro giudicio. E mi sarà grato mi domandiate, perchè io sono per imparar così da voi nel domandarmi, come voi da me nel rispondervi; perchè molte volte un savio domandatore fa ad uno considerare molte