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di francia. 135

opere manuali vagliono poco o niente per la carestia de’ danari che sono ne’ populi, i quali appena ne possono ragunare tanti che paghino al signore loro i datii, ancora che sieno piccolissimi. Questo nasce perchè non hanno dove finire le grasce loro: perchè ogni uomo ne ricoglie da vendere; in modo che, se in una terra fussi uno che volessi vendere un moggio di grano, non troverria, perchè ciascuno ne ha da vendere. Ed i gentiluomini de’ denari che tragono da’ subditi, dal vestire in fuori, non spendono niente; perchè da per loro hanno bestiame assai da mangiare, pollaggi infiniti, laghi et luoghi pieni di venagione d’ogni sorte: et così universalmente ha ciascuno uomo per le terre; in modo che tutto il danaio perviene nelli signori, il quale oggi in loro è grande; et però come quegli populi hanno uno fiorino li pare essere richi.

Gli prelati di Francia traggono due quinti delle entrate e richezze di quello regno, perchè vi sono assai vescovadi et hanno il temporale et lo spirituale; et poi avendo per il victo loro cose abastanza, però tutti li denari che li pervengono nelle mani non escono mai, secondo l’avara natura de’ preti et religiosi; et quello che perviene ne’ Capitoli e Collegi delle Chiese, si spende in argenti, gioie, richeze per ornamento delle Chiese. In modo che, fra quello che hanno le chiese proprie et quello che hanno i religiosi e particolari fra ori ed argenti, vale uno tesoro infinito.

Nel consultare et governare le cose della corona et stato di Francia, sempre intervengono in magiore parte prelati; et li altri signori non se ne curano, perchè sanno che le executioni hanno ad essere facte da loro: et però ciascuno si contenta, l’uno collo ordinare, l’altro collo exequire; benchè vi intervenga ancora de’ vechi già suti uomini di guerra, perchè, dove si ha a ragionare di simile cose, possino indirizare li prelati che non ne hanno pratica.

I benefici di Francia per virtù di certa loro prammatica,