le sue genti a Sinigaglia, e attendeva innanzi alla piazza del suo alloggiamento sopra il fiume a tenerle nell’ordine, ed esercitarle in quello, accennò coll’occhio a Don Michele, al quale la cura di Oliverotto era data, che provvedesse in modo che Oliverotto non scampasse. Donde Don Michele cavalcò avanti, e giunto da Oliverotto gli disse, come non era tempo da tenere le genti insieme fuori dello alloggiamento, perchè sarebbe tolto loro da quelle del Duca; e però lo confortava ad alloggiarle, e venisse seco ad incontrare il Duca. Ed avendo Oliverotto eseguito tale ordine, sopraggiunse il Duca, e veduto quello lo chiamò; al qual Oliverotto avendo fatto riverenza, si accompagnò con gli altri. E contratti in Sinigaglia, e scavalcati tutti all’alloggiamento del Duca, ed entrati seco in una stanza segreta furono dal Duca fatti prigioni. Il quale subito montò a cavallo, e comandò che fussino svaligiate le genti di Oliverotto e degli Orsini. Quelle di Oliverotto furono tutte messe a sacco, per essere propinque, quelle degli Orsini e Vitelli sendo discoste, ed avendo presentito la rovina de’ loro patroni, ebbono tempo a mettersi insieme; e ricordatisi della virtù e disciplina di casa Orsina e Vitellesca, stretti insieme, contro alla voglia del paese e degli uomini nimici si salvarono. Ma i soldati del Duca non sendo contenti del sacco delle genti di Oliverotto, cominciarono a saccheggiare Sinigaglia; e se non fusse che il Duca con la morte di molti ripresse la insolenza loro, l’avrebbono saccheggiata tutta. Ma venuta la notte, e fermi li tumulti, al Duca parve ammazzare Vitellozzo e Oliverotto, e condottili in uno luogo insieme gli fece strangolare. Dove non fu usato d’alcuno di loro parole degne della loro passata vita. Perchè Vitellozzo pregò, che e’ si supplicasse al Papa che gli desse de’ suoi peccati indulgenzia plenaria; Oliverotto tutta la colpa delle ingiurie fatte al Duca piangendo rivolgeva addosso a Vitellozzo. Pa-