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Giovanni XXIII. Costui partì da Bologna, dove fu creato, e ne andò a Roma, dove trovò Luigi d’Angiò, che era venuto con la armata di Provenza; e venuti alla zuffa con Ladislao, lo ruppono. Ma per difetto de’ condottieri non poterono seguire la vittoria; in modo che il Re, dopo poco tempo, riprese le forze, e riprese Roma; e il Papa se ne fuggì a Bologna, e Luigi in Provenza. E pensando il Papa in che modo potesse diminuire la potenza di Ladislao, operò che Sigismondo re di Ungheria fusse eletto imperadore e lo confortò a venire in Italia, e con quello si abboccò a Mantova; e convennono di fare uno concilio generale, nel quale si riunisse la Chiesa; la quale, unita, facilmente potrebbe opporsi alle forze de’ suoi nemici.
Erano, in quel tempo, tre papi, Gregorio, Benedetto e Giovanni; i quali tenevano la Chiesa debile e sanza reputazione. Fu eletto il luogo del concilio Gostanza, città della Magna, fuora della intenzione di papa Giovanni; e benché fusse, per la morte del re Ladislao, spenta la cagione che fece al Papa muovere la pratica del concilio, nondimeno, per essersi obligato, non potette rifiutare lo andarvi; e condotto a Gostanza, dopo non molti mesi, cognoscendo tardi lo errore suo, tentò di fuggirsi; per la qual cosa fu messo in carcere, e constretto rifiutare il papato. Gregorio, uno degli antipapi ancora, per uno suo mandato, rinunziò; e Benedetto, l’altro antipapa, non volendo rinunziare, fu condennato per eretico. Alla fine, abbandonato dai suoi cardinali, fu constretto ancora egli a rinunziare; e il Concilio creò pontefice Otto, di casa Colonna, chiamato di poi papa Martino V. E così la Chiesa si unì, dopo quaranta anni che l’era stata in più pontefici divisa.
Trovavasi, in questi tempi, come abbiamo detto, Filippo Visconti nella rocca di Pavia; ma venendo a morte Fazino Cane, il quale ne’ travagli di Lombardia si era insignorito di Vercelli, Alessandria, Novara e Tortona, e aveva ragunate assai