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abbandonata Italia dagli imperadori, molte terre diventorono libere, e molte furono dai tiranni occupate. Restituì papa Benedetto a’ cardinali Colonnesi il cappello, e Filippo re di Francia ribenedisse. A costui successe Clemente V, il quale, per essere francioso, ridusse la corte in Francia, ne l’anno 1305. In quel mezzo Carlo II re di Napoli morì; al quale successe Ruberto suo figliuolo; e allo Imperio era pervenuto Arrigo di Luzimborgo, il quale venne a Roma per coronarsi, non ostante che il Papa non vi fusse. Per la cui venuta seguirono assai movimenti in Lombardia; perché rimesse nelle terre tutti i fuori usciti, o guelfi o ghibellini che fussero; di che ne seguì che, cacciando l’uno l’altro, si riempié quella provincia di guerra; a che lo Imperadore non potette, con ogni suo sforzo, obviare. Partito costui di Lombardia, per la via di Genova se ne venne a Pisa, dove s’ingegnò di tòrre la Toscana al re Ruberto; e non faccendo alcun profitto, se ne andò a Roma; dove stette pochi giorni, perché dagli Orsini, con il favore del re Ruberto, ne fu cacciato; e ritornossi a Pisa; e per fare più securamente guerra alla Toscana, e trarla dal governo del re Ruberto, lo fece assaltare da Federigo re di Sicilia. Ma quando egli sperava, in un tempo, occupare la Toscana e torre al re Ruberto lo stato, si morì. Al quale successe nello Imperio Lodovico di Baviera. In quel mezzo pervenne al papato Giovanni XXII; al tempo del quale lo Imperadore non cessava di perseguitare i Guelfi e la Chiesa, la quale in maggior parte da il re Ruberto e dai Fiorentini era difesa. Donde nacquero assai guerre, fatte in Lombardia dai Visconti contro ai Guelfi, e in Toscana da Castruccio da Lucca contro ai Fiorentini. Ma perché la famiglia de’ Visconti fu quella che dette principio alla ducea di Milano, uno de’ cinque principati che di poi governorono la Italia, mi pare da replicare da più alto luogo la loro condizione.