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piena la istoria, tanto che noi ci condurreno a’ figliuoli; né manca altro a tentare a’ pontefici se non che, come eglino hanno disegnato, infino a’ tempi nostri, di lasciargli principi, così, per lo avvenire, pensino di lasciare loro il papato ereditario. Bene è vero che, per infino a qui, i principati ordinati da loro hanno avuta poca vita, perché il più delle volte i pontefici, per vivere poco tempo, o ei non forniscono di piantare le piante loro, o, se pure le piantano, le lasciano con sì poche e deboli barbe, che al primo vento, quando è mancata quella virtù che le sostiene, si fiaccano.
Successe a costui Martino IV, il quale, per essere di nazione francioso, favorì le parti di Carlo; in favore del quale, Carlo mandò in Romagna, che se gli era ribellata, sue genti; ed essendo a campo a Furlì, Guido Bonatto astrologo ordinò che, in un punto dato da lui, il popolo gli assaltasse; in modo che tutti i Franciosi vi furono presi e morti. In questo tempo si mandò ad effetto la pratica mossa da papa Niccolao con Pietro re di Aragona; mediante la quale i Siciliani ammazzorono tutti i Franciosi che si trovorono in quella isola; della quale Pietro si fece signore, dicendo appartenersegli per avere per moglie Gostanza figliuola di Manfredi. Ma Carlo, nel riordinare la guerra per la recuperazione di quella, si morì; e rimase di lui Carlo II, il quale in quella guerra era rimaso prigione in Sicilia, e per essere libero promisse di ritornare prigione, se infra tre anni non aveva impetrato dal Papa che i reali di Aragona fussero investiti del regno di Sicilia.
Ridolfo imperadore, in cambio di venire in Italia per rendere allo Imperio la riputazione in quella, vi mandò un suo oratore, con autorità di potere fare libere tutte quelle città che si ricomperassero, onde che molte città si ricomperorono, e con la libertà mutorono modo di vivere. Adulfo di Sassonia successe allo Imperio, e al pontificato Pietro del Murrone, che fu nominato papa Celestino; il quale, sendo