Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
che quella provincia la quale per loro debolezza non potevano possedere, che altri la possedesse. E i principi ne temevano, perché sempre, o combattendo o fuggendo, vincevono; se con qualche inganno non erano oppressi, come fu Bonifazio VIII e alcuni altri, i quali, sotto colore d’amicizia, furono dagli imperadori presi. Non venne Ridolfo in Italia, sendo ritenuto dalla guerra che aveva con il re di Buemia. In quel mezzo morì Adriano, e fu creato pontefice Niccolao III di casa Orsina, uomo audace e ambizioso; il quale pensò, ad ogni modo, di diminuire la potenza di Carlo; e ordinò che Ridolfo imperadore si dolesse che Carlo teneva uno governatore in Toscana rispetto alla parte guelfa, che era stata da lui, dopo la morte di Manfredi, in quella provincia rimessa. Cedette Carlo allo Imperadore, e ne trasse i suoi governatori; e il Papa vi mandò un suo nipote cardinale per governatore dello Imperio; tale che lo Imperadore, per questo onore fattogli, restituì alla Chiesa la Romagna, stata da’ suoi antecessori tolta a quella, e il Papa fece duca di Romagna Bertoldo Orsino. E parendogli essere diventato potente da potere mostrare il viso a Carlo, lo privò dello ufizio del senatore, e fece uno decreto che niuno di stirpe regia potesse essere più senatore in Roma. Aveva in animo ancora di torre la Sicilia a Carlo, e mosse, a questo fine, secretamente pratica con Pietro re di Ragona, la quale poi, al tempo del suo successore, ebbe effetto. Disegnava ancora fare di casa sua duoi re, l’uno in Lombardia, l’altro in Toscana, la potenza de’ quali defendesse la Chiesa da’ Tedeschi che volessero venire in Italia, e da i Franzesi che erano nel Regno. Ma con questi pensieri si morì; e fu il primo de’ papi che apertamente mostrasse la propria ambizione, e che disegnasse, sotto colore di fare grande la Chiesa, onorare e benificare i suoi. E come da questi tempi indietro non si è mai fatta menzione di nipoti o di parenti di alcuno pontefice, così per lo avvenire ne fia