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Italia, più o meno autorità, secondo che erano i favori delli imperadori, o di quelli che erano più potenti in essa. Ottone imperadore, adunque, venne in Italia e tolse il regno a’ Berengari, che avevono regnato in quella cinquantacinque anni, e restituì le sue dignità al pontefice. Ebbe costui uno figliuolo e uno nipote, chiamati ancora loro Ottone, i quali, l’uno apresso l’altro, successono dopo di lui allo Imperio. E al tempo di Ottone III, papa Gregorio V fu cacciato dai Romani; donde che Ottone venne in Italia e rimisselo in Roma; e il Papa, per vendicarsi con i Romani, tolse a quelli la autorità di creare lo imperadore, e la dette a sei principi della Magna: tre vescovi, Magonza, Treveri e Colonia; e tre principi, Brandiborgo, Palatino e Sassonia: il che seguì nel 1002. Dopo la morte di Ottone III, fu dagli Elettori creato imperadore Errico, duca di Baviera, il quale, dopo dodici anni, fu da Stefano VIII incoronato. Erano Errico e Simeonda sua moglie di santissima vita; il che si vede per molti templi dotati e edificati da loro, intra i quali fu il tempio di San Miniato, propinquo alla città di Firenze. Morì Errico nel 1024; al quale successe Currado di Svevia, a cui, di poi, Errico II. Costui venne a Roma; e perché egli era scisma nella Chiesa, di tre papi, gli disfece tutti, e fece eleggere Chimenti II, dal quale fu coronato imperadore.
Era allora governata Italia parte dai popoli, parte dai principi, parte dai mandati dallo imperadore, de’ quali il maggiore, e a cui gli altri riferivano si chiamava Cancellario. Intra i principi il più potente era Gottifredi e la contessa Mattelda sua donna, la quale era nata di Beatrice, sirocchia di Errico II. Costei e il marito possedevano Lucca, Parma, Reggio e Mantova, con tutto quello che oggi si chiama il Patrimonio. A’ pontefici faceva allora assai guerra l’ambizione del popolo romano, il quale, in prima, si era servito della autorità di quelli per liberarsi dagli imperadori; di poi che gli ebbe preso il dominio della città,