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delle chiese di Roma, per essere più propinqui al papa e trovarsi alla elezione di quello, per ornare la loro potestà con uno splendido titolo, si cominciorono a chiamare cardinali; e si arrogorono tanta reputazione, massime poi che gli esclusono il popolo romano dallo eleggere il pontefice, che rade volte la elezione di quello usciva del numero loro; onde, morto Pascale, fu creato Eugenio II, del titulo di santa Sabina. E la Italia, poi che la fu in mano de’ Franciosi, mutò in parte forma e ordine, per avere preso il papa nel temporale più autorità, e avendo quegli condotto in essa il nome de’ conti e de’ marchesi, come prima da Longino, esarco di Ravenna, vi erano stati posti i nomi de’ duchi. Pervenne dopo alcuno pontefice, al papato Osporco romano, il quale, per la bruttura del nome, si fece chiamare Sergio; il che dette principio alla mutazione de’ nomi, che fanno nelle loro elezioni i pontefici.

Era intanto morto Carlo imperadore, al quale successe Lodovico suo figliuolo; dopo la morte del quale nacquero intra i suoi figliuoli tante differenzie che, al tempo de’ nipoti suoi, fu tolto alla casa di Francia lo imperio, e ridutto nella Magna; e chiamossi il primo imperadore tedesco Ainulfo. Né solamente la famiglia de’ Carli, per le sue discordie, perdé lo imperio, ma ancora il regno di Italia; perché i Lombardi ripresono le forze, e offendevono il papa e i Romani; tanto che il pontefice, non vedendo a chi si rifuggire, creò, per necessità, re di Italia Berengario, duca nel Friuoli. Questi accidenti dettono animo agli Unni, che si trovavano in Pannonia, di assaltare la Italia; e venuti alle mani con Berengario, furono forzati tornarsi in Pannonia, o vero in Ungheria, ché così quella provincia, da loro, si nominava. Romano era in questi tempi imperadore in Grecia, il quale aveva tolto lo imperio a Gostantino, sendo prefetto della sua armata. E perché se gli era in tale novitate, ribellata la Puglia e la Calavria, che allo imperio suo, come di sopra dicemmo, ubbidivano, sdegnato per tale rebellione, permesse a’ Saraceni che passassero in que’