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Tracia; in modo che Totila quasi tutta la occupò. Ma, vinti che ebbe Iustiniano gli Sclavi, mandò in Italia con gli eserciti Narsete, eunuco, uomo in guerra eccellentissimo; il quale, arrivato in Italia ruppe e ammazzò Totila, e le reliquie che de’ Goti dopo quella rotta rimasero si ridussero in Pavia, dove creorono Teia loro re. Narsete dall’altra parte dopo la vittoria, prese Roma, e in ultimo si azzuffò con Teia, presso a Nocera, e quello ammazzò e ruppe. Per la quale vittoria si spense al tutto il nome de’ Goti in Italia, dove settanta anni, da Teoderigo loro re a Teia, avevono regnato.

Ma, come prima fu libera l’Italia dai Goti, Iustiniano morì, e rimase suo successore Iustino suo figliuolo, il quale, per il consiglio di Sofia sua moglie, rivocò Narsete di Italia e gli mandò Longino suo successore. Seguitò Longino l’ordine degli altri, di abitare in Ravenna; e oltre a questo dette alla Italia nuova forma, perché non costituì governatori di provincie, come avevano fatto i Goti, ma fece, in tutte le città e terre di qualche momento, capi i quali chiamò duchi. Né in tale distribuzione onorò più Roma che le altre terre; perché, tolto via i consoli e il senato, i quali nomi insino a quel tempo vi si erano mantenuti, la ridusse sotto un duca, il quale ciascuno anno da Ravenna vi si mandava, e chiamavasi il ducato romano; e a quello che per lo imperadore stava a Ravenna e governava tutta Italia pose nome esarco. Questa divisione fece più facile la rovina di Italia, e con più celerità dette occasione a’ Longobardi di occuparla.

Era Narsete sdegnato forte contro allo Imperadore, per essergli stato tolto il governo di quella provincia che con la sua virtù e con il suo sangue aveva acquistata, perché a Sofia non bastò ingiuriarlo rivocandolo, che la vi aggiunse ancora parole piene di vituperio, dicendo che lo voleva far tornare a filare con gli altri eunuchi, tanto che Narsete ripieno di sdegno, persuase ad Alboino re de’ Longobardi, che allora