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libro primo. | 11 |
e la Tracia; in modo che Totila quasichè tutta la occupò. Ma vinti che ebbe Giustiniano gli Sclavi mandò in Italia con gli eserciti Narsete eunuco, uomo in guerra esercitatissimo, il quale arrivato in Italia ruppe e ammazzò Totila, e le reliquie che dei Goti dopo quella rotta rimasero, in Pavia si ridussero, dove crearono Teja loro Re. [Narsete capitano di Giustiniano distrugge i Goti.]Narsete dall’altra parte dopo la vittoria prese Roma, e in ultimo si azzuffò con Teja presso a Nocera, e quello ammazzò e ruppe. Per la quale vittoria si spense al tutto il nome dei Goti in Italia, dove 70. anni da Teodorico loro Re a Teia avevano regnato.
[Nuova forma di governo in Italia.]Ma come prima fu libera l’Italia dai Goti Giustiniano morì, e rimase suo successore Giustino suo figliuolo, il quale per il consiglio di Sofia sua moglie rivocò Narsete di Italia e gli mandò Longino suo successore. Seguitò Longino l’ordine degli altri di abitare in Ravenna, e oltre a questo dette all’Italia nuova forma; perché non costituì governatori di provincie, come avevano fatto i Goti, ma fece in tutte le città e terre di qualche momento capi, i quali chiamò Duchi. Ne in tale distribuzione onorò più Roma che le altre terre, perché tolto via i Consoli e il Senato, i quali nomi infino a quel tempo vi si erano mantenuti, la ridusse sotto un Duca, il quale ciascun anno da Ravenna vi si mandava, e chiamavasi il Ducato Romano; ed a quello che per l’Imperadore stava a Ravenna e governava tutta Italia pose nome Esarco. Questa divisione fece più facile la rovina d’Italia, e con più celerità dette occasione ai Longobardi di occuparla. Era Narsete sdegnato forte contro l’Imperatore per essergli stato tolto il governo di quella provincia, che con la sua virtù e con il suo sangue aveva acquistata; perché a Sofia non bastò ingiuriarlo rivocandolo, che ella vi aggiunse ancora parole piene di vituperio, dicendo che lo voleva far tornare a filare con gli altri eunuchi: tantochè Narsete ripieno di sdegno persuase ad Alboino Re de’ Longobardi,