fu da Bellisario assediato e preso in Ravenna; e non avendo ancora conseguita al tutto la vittoria fu Bellisario da Giustiniano rivocato, ed in suo luogo posto Giovanni e Vitale disformi in tutto da quello di virtù e di costumi: dimodoché
i Goti ripresero animo, e crearono loro Re Ildovado che era governatore in Verona. Dopo costui perché fu ammazzato pervenne il regno a Totila, il quale ruppe le genti dell’Imperatore, e ricuperò la Toscana e Napoli, e ridusse i suoi capitani quasi che all’ultimo di tutti gli stati, che Bellisario avea ricuperati. Per la qual cosa parve a Giustiniano di rimandarlo in Italia, il quale ritornato con poche forze perdé piuttosto la riputazione delle cose prima fatte da lui, che di nuovo ne racquistasse. [Totila prende e saccheggia Roma.]Perché Totila, trovandosi Bellisario con le genti ad Ostia, sopra gli occhi suoi espugnò Roma, e veggendo non potere nè lasciare nè tenere quella, in maggior parte la disfece, e caccionne il popolo, ed i Senatori menò seco; e stimando poco Bellisario ne ando coll’esercito in Calabria a rincontrare le genti, che di Grecia in ajuto a Bellisario venivano. Veggendo pertanto Bellisario abbandonata Roma si volse ad una impresa onorevole; perché entrato nelle Romane rovine con quanta più celerità potette rifece a quella città le mura, e vi richiamò dentro gli abitatori. Ma a questa sua lodevole impresa si oppose la fortuna, perché Giustiniano fu in quel tempo assalito dai Parti, e richiamò Bellisario: e quello per ubbidire al suo signore abbandonò l’Italia, e rimase quella provincia a discrezione di Totila, il quale di nuovo prese Roma. Ma non fu con quella crudeltà trattata che prima; perché pregato da San Benedetto, il quale in quei tempi aveva di santità grandissima opinione, si volse piuttosto a rifarla. Giustiniano intanto avea fatto accordo coi Parti, e pensando di mandare nuove genti
al soccorso d’Italia fu dagli Sclavi nuovi popoli Settentrionali ritenuto, i quali avevano passato il Danubio, ed assalito l’Illiria