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gli uomini; e se pure la cristiana religione fusse stata unita, ne sarebbe seguiti minori disordini; ma, combattendo la chiesa greca, la romana e la ravennate insieme, e di più le sette eretiche con le cattoliche, in molti modi contristavano il mondo. Di che ne è testimone l’Affrica, la quale sopportò molti più affanni mediante la setta arriana, creduta dai Vandali, che per alcuna loro avarizia o naturale crudeltà. Vivendo adunque gli uomini intra tante persecuzioni, portavano descritto negli occhi lo spavento dello animo loro, perché, oltre alli infiniti mali che sopportavano, mancava buona parte di loro di potere rifuggire allo aiuto di Dio, nel quale tutti i miseri sogliono sperare; perché, sendo la maggiore parte di loro incerti a quale Iddio dovessero ricorrere, mancando di ogni aiuto e d’ogni speranza, miseramente morivano.

Meritò pertanto Teoderigo non mediocre lode, sendo stato il primo che facesse quietare tanti mali; talché, per trentotto anni che regnò in Italia, la ridusse in tanta grandezza, che le antiche battiture più in lei non si ricognoscevano. Ma, venuto quello a morte, e rimaso nel regno Atalarico, nato di Amalasiunta sua figliuola, in poco tempo non sendo ancora la fortuna sfogata negli antichi suoi affanni si ritornò, perché Atalarico, poco di poi che l’avolo morì; e rimaso il regno alla madre, fu tradita da Teodato, il quale era stato da lei chiamato perché l’aiutasse governare il regno. Costui, avendola morta e fatto sé re, e per questo sendo diventato odioso agli Ostrogoti, dette animo a Iustiniano imperadore di credere poterlo cacciare di Italia, e deputò Bellisario per capitano di quella impresa; il quale aveva già vinta l’Affrica, e cacciatine i Vandali, e riduttola sotto lo Imperio. Occupò dunque Bellisario la Sicilia, e di quivi, passato in Italia, occupò Napoli e Roma. I Goti, veduta questa rovina, ammazzorono Teodato loro re, come cagione di quella, ed elessono in suo luogo Vitigete, il quale, dopo alcune zuffe, fu