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8 delle istorie

per alcuna estrinseca forza ma solamente per civile discordia, dove si vede come le poche variazioni ogni repubblica, ed ogni regno ancora che potentissimo rovinano, si potrà dipoi facilmente immaginare quanto in quei tempi patisse l’Italia e le altre provincie Romane, le quali non solamente variarono il governo e il principe, ma le leggi, i costumi, il modo del vivere, la religione, la lingua, l’abito, i nomi; le quali cose ciascuna in se, non che tutte insieme, sariano pensandole non che vedendole e sopportandole ogni fermo e costante animo spaventare. Da questo nacque la rovina, il nascimento, e l’augumento di molte città. Tra quelle che rovinarono fu Aquileja, Luni, Chiusi, Popolonia, Fiesole, e molte altre; tra quelle che di nuovo si edificarono furono Vinegia, Siena, Ferrara, l’Aquila, ed altre assai terre e castella, che per brevità si omettono; quelle che di piccole divennero grandi furono Firenze, Genova, Pisa, Milano, Napoli, e Bologna; alle quali tutte si aggiugne la rovina e il rifacimento di Roma, e molte che variamente furono disfatte e rifatte. [Nuove lingue.]Tra queste rovine e questi nuovi popoli sursono nuove lingue, come apparisce nel parlare che in Francia e in Ispagna e in Italia si costuma, il quale mescolato con la lingua patria di quei nuovi popoli e con l’antica Romana fanno un nuovo ordine di parlare. Hanno oltre di questo variato il nome non solamente le provincie, ma i laghi, i fiumi, i mari, e gli uomini; perché la Francia, l’Italia, e la Spagna sono ripiene di nomi nuovi, ed al tutto dagli antichi alieni; come si vede, lasciandone indietro molti altri, che il Pò, Garda, l’Arcipelago sono per nome disformi agli antichi nominati; gli uomini ancora di Cesari e Pompei, Pieri Giovanni e Mattei diventarono. Ma intra tante variazioni non fu di minor momento il variare della religione; perche combattendo la consuetudine dell’antica fede coi miracoli della nuova, si generarono tumulti e discordie grandissime tra