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Libro secondo, Ode VI. | 75 |
Della fugace Foloe, di doride
Più cara; e splende per candid’omero,
Come luna su mar notturno
20Pura fulge, o qual Gige di Gnido,
Che, se ad un coro vergineo il mescoli,
Mirabilmente le sagaci ospiti
Inganna (il divario è sì lieve)
24Col crin sciolto e l’ambiguo sembiante.
VI.
Settimio, che con me verresti a’ Gadi
E al Cantabro non anco al giogo avvezzo
Ed alle Sirti barbare, ove l’onda
4Maura ognor bolle,
Tivoli, eretta dall’argèo colono.
Della vecchiezza mia fosse la sede,
Fosse riposo a me di terre e mari
8E d’armi stanco!