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Libro primo, Ode XXXVII. | 61 |
Non la vinosa Dàmali
Basso abbia a vincere col gotto tracio;
Non rose a’ pranzi manchino,
16Non vivace apio, nè gigli languidi.
Tutti in Damali affisino
Le pupille avide, nè dall’adultero
Novo si svolga Dàmali,
20Di lasciva edera più attorciglievole.
XXXVII.
Or si dee bere, or con piè libero
Picchiar la terra: omai con saliche
Vivande le mense dei Numi
4Era tempo d’ornare, o compagni.
Pria d’or nefasto era il trar cècubo
Da celle avite, chè al Campidoglio
Rovine dementi ed esizio
8Minacciava all’Imper la Regina