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52 | Le Odi di Orazio |
XXIX.
Iccio, i tesori beati agli Arabi
Ora tu invídi, e guerra mediti
Aspra a’ re di Saba non prima
4Debellati, ed orribili al Medo
Catene ordisci. Qual vergin barbara
Fia che te serva, lo sposo uccisole?
Qual garzone dagli unti crini
8Posto fia dalla reggia a coppiere,
Dotto a lanciare saette Seriche
Dal paterno arco? Chi nega i labili
Rivi possano rifluire
12Ai monti alti e recedere il Tebro,
Se tu gl’illustri libri panezj
Comprati ovunque e la socratica
Scuola (oh meglio già promettevi!)
16Mutar pensi in ibere loriche?