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46 | Le Odi di Orazio |
Che val se tenero più d’Orfeo tracio
La cetra moderi che udiron gli alberi?
Non si rinsanguina la vuota immagine
16Cui già con la verga orrida,
I fati a schiudere sempre implacabile,
Spinse Mercurio fra l’atra greggia.
Duro; ma all’animo pazienza allevia
20Quanto non puoi correggere.
XXV.
Scoton più rado omai la chiusa imposta
Con picchj spessi i giovani protervi,
Nè i sonni tuoi disturbano: le soglie
4Ama la porta,
Che prima molto agevole movea
I cardini. Odi or sempre men frequente:
«Io per te muojo qui, Lidia, e le lunghe
8Notti tu dormi?»