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360 Il Prometeo liberato

III Voce: dell’Aria
Dacché nata è la Terra, io liberale
     Dei miei colori i suoi deserti adorno;
Ma squarcia spesso un gemito mortale
     L’alta placidità del mio soggiorno.
IV Voce: de’ Turbini
Noi ci lanciam da questi monti a stuolo,
     Né tuono mai, né gonfle lave ardenti,
Né d’inferno o di ciel furie possenti
     Muti ci han fatti, o ci han tarpato il volo.
I Voce
Ma non crollar queste nevose cime
     Mai come al suon del tuo dolor sublime.
II Voce}
Quindi all’indico mar non mai funesto
     Grido portammo noi simile a questo.
Su’ flutti urlanti un marinar dormìa,
     E piombò giù dal ponte, in agonia.
Udì tal grido, ed ululò: Son morto!
     Pazzo morì dalle pazze onde assorto.
III Voce
Mai dalla terra al ciel sì spaventose
     Voci squarciato aveano il mio soggiorno;