III Voce: dell’Aria
Dacché nata è la Terra, io liberale
Dei miei colori i suoi deserti adorno;
Ma squarcia spesso un gemito mortale
L’alta placidità del mio soggiorno.
IV Voce: de’ Turbini
Noi ci lanciam da questi monti a stuolo,
Né tuono mai, né gonfle lave ardenti,
Né d’inferno o di ciel furie possenti
Muti ci han fatti, o ci han tarpato il volo.
I Voce
Ma non crollar queste nevose cime
Mai come al suon del tuo dolor sublime.
II Voce}
Quindi all’indico mar non mai funesto
Grido portammo noi simile a questo.
Su’ flutti urlanti un marinar dormìa,
E piombò giù dal ponte, in agonia.
Udì tal grido, ed ululò: Son morto!
Pazzo morì dalle pazze onde assorto.
III Voce
Mai dalla terra al ciel sì spaventose
Voci squarciato aveano il mio soggiorno;