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Epigrammi | 343 |
Rovo che là sopra l’avara siepe
Minaccevol s’attorce e i sassi abbranca:
Non uccel, non insetto a’ nudi stecchi
25S’accosta; ingrato ei vive sì, ma ingrati
Colpi ed oltraggi di mortali ignora.
XI.
Aquila sei, ch’ove affamata piombi
Tra il chiuso branco e strage faccia e prede,
Cani sveglia e pastori, e sonar tutti
Fa di fremiti i campi e di spavento.
5Ma se di sangue e di vittorie paga,
Tanto dall’ardue cime il volo aderge,
Quanto queste dal suolo alzan la cresta,
Mortal ciglio non è che ad essa arrivi:
Meriggia il mandrian placido; bruca
10Le pingui erbe l’armento; essa obliata
Ed obliosa per l’etereo vano
Nell’ampia solitudine s’immerge.