Stolta forse son io? Stolta? Non mente
Dunque la turba accorta,
Che l’amorosa tua promessa e il fremito
Dell’esser mio, furente 70Delirio estima, e compatendo insulta?
Pur io sentii la voce tua; rapita
Fuor dell’inconscia vita
Te mirai sì, che ancor l’anima esulta;
Pur dentro alle mie viscere 75Non la certezza è morta,
Che mai, com’or, nel vero
Non fui, che mai nell’essere
Non s’incarnò sì vivo il mio pensiero.
Sì, tu verrai, tu sarai mio; nè invano 80Dalla tesprozia querce
Parlasti a me. Non avrei certo incolume
Valicato l’insano
Grembo di Rea; non le Forcidi orrende
Schivato avrei nè le Gorgòni e i muti 85Grifi e quei che seduti
Stan sul fiume che a Pluto aureo discende.
Nè i sotterranei Càlibi,
Che la funesta merce
Tempran con arte fiera, 90Se sul mio capo vigile
La tua custodia e l’amor tuo non era.