Dal mio ciglio la terra; ecco, al sorriso 70Di costei novo ciel s’apre al mio core.
Volgi, o fiume immortal, volgi i tuoi flutti.
Quell’io non son, che doloroso e stanco,
Piegando il capo a’ torvi casi e agli anni,
Calar vidi su me picea la notte? 75Una candida pace ora si stende
Sovra l’anima mia; sorge una nova
Fede, e la sera del pensier ravviva.
Tal fra’ pallori d’un tramonto il bianco
Espero nasce, e il cielo ultimo allieta. 80Volgi, o fiume immortal, volgi i tuoi flutti.
Ira e dolor non più: le procellose
Punte, in cui ruppi generoso il fianco,
(Nè già del sangue, onde le tinsi, io gemo)
Da lontano rimiro, e perigliosa 85Meno e men triste a me la vita appare.
Così ne’ chiari plenilunj un latteo
Vapore irriga le ronchiose balze
Di Mongibello, ed una indefinita
Soavità le rocce ispide vela. 90Volgi, o fiume immortal, volgi i tuoi flutti.
Nel vano azzurro una sembianza: Amore;
Nel tetro abisso una parola: Amore;
Amor, goccia di pianto e di rugiada
Nel fiume eterno, ne l’immenso mare.