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Libro primo, Ode XII. 29


Sì che di lui maggior nulla mai nasce,
    Nulla conforme a lui vive o secondo:
    Sola gli onori occupò a lui vicini
            20Pallade audace

Ne le battaglie. Nè te fia ch’io taccia,
    O Libero, nè te, vergin nemica
    Di crude belve, e te, Febo, di strali
            24Certi tremendo.

E dirò Alcide e i figli anco di Leda,
    L’un su’ cavalli a vincer chiaro, l’altro
    Ne le pugne; onde appena a’ nocchier l’astro
            28Candido brilla,

Giù da li scogli il torbido umor corre,
    Cadono i venti, fuggono le nubi,
    E l’onda irata sovra il mar, volenti
            32Gli Dei, si corca.

Romolo dopo lor primo, o il quíeto
    Memore regno di Pompilio o i biechi
    Tarquinj fasci o forse di Catone
            36La nobil morte?