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DALL’«IPPOLITO» DI SENECA
O tu, gran madre degli Dei, Natura,
O reggitore dell’ignito Olimpo,
Che nel cielo volubile le sparse
Stelle e degli astri erranti il corso guidi,
Tu che nel rapido asse i poli aggiri,
Deh, perchè mai con sì perpetua cura
Muovi le vie del sommo ètera, in guisa
Ch’or la candida bruma i boschi spoglia,
Or tornan le frondose ombre agli arbusti,
Dell’estivo leone or la fiammante
Faccia matura il biondo grano, or mite
Le fervid’aure la stagion ritempra?
Perchè mai tu, che tante cose reggi,
E sotto a cui nel cielo ampio librate