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260 Comizio di Pace


Da ville fastose, da inospiti glebe,
     Di voci diversa, d’età, di sembiante,
     Mancipj e tiranni, filosofi e plebe,
     16Qui tutta conviene la folla esulante.

Non cupida sete, non fame delira,
     Non ansia sleale di acquisti maligni,
     Ma un èmpito strano di sensi benigni,
     20Ma un acre bisogno di pace li attira.

Concordi nel vago pensiere, le membra
     Diafane adagian sull’erbe odorose,
     E intonano un canto, che il fremito sembra
     24Che al torbido Enigma sollevan le cose:

«O fiore, che in cima dell’alte ruine
     Cresciuto di pianto t’inalzi a le stelle,
     O sogno divino dell’anime belle,
     28O candida Pace, sei nostra alla fine!

A te fra le spire de’ draghi tenaci,
     Che annebbian col fiato la mente a’ più prodi,
     A te fra le pugne di gloria feraci,
     32Fra gl’idoli orditi di splendide frodi.