Ed avanzar dei grandi mesi il giro.
Te duce, l’orme delle colpe nostre,
S’altra ne resti, andran disperse, e fia
Dal perpetuo timor libero il mondo. 20Vita divina Egli vivrà; co’ numi
Vedrà misti gli eroi; sarà da loro
Veduto anch’egli, e l’universo in pace
Governerà con le virtù paterne.
A Te, fanciullo, effonderà la terra 25Spontaneamente i suoi piccioli doni:
Erranti edere e nardo e in un commista
La colocasia col ridente acanto.
Riporteran le capre al noto ovile
Da sè le mamme turgide di latte; 30Nè più gli armenti tremeran gl’immani
Leoni. A te germoglierà la culla
Fiori soavi; periran le serpi,
Morran le velenose erbe fallaci,
Ed ovvio nascerà l’assirio amomo. 35Ma non appena degli eroi la lode
E del padre potrai legger le geste
Ed imparar che sia virtù, di molli
Spiche biondeggeranno a poco a poco
I campi; tra’ selvatici spineti 40Purpurea penderà l’uva, e le dure
Roveri suderan roridi mieli.