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252 La IV Ecloga di Virgilio

Ed avanzar dei grandi mesi il giro.
     Te duce, l’orme delle colpe nostre,
     S’altra ne resti, andran disperse, e fia
     Dal perpetuo timor libero il mondo.
20Vita divina Egli vivrà; co’ numi
     Vedrà misti gli eroi; sarà da loro
     Veduto anch’egli, e l’universo in pace
     Governerà con le virtù paterne.
A Te, fanciullo, effonderà la terra
     25Spontaneamente i suoi piccioli doni:
     Erranti edere e nardo e in un commista
     La colocasia col ridente acanto.
     Riporteran le capre al noto ovile
     Da sè le mamme turgide di latte;
     30Nè più gli armenti tremeran gl’immani
     Leoni. A te germoglierà la culla
     Fiori soavi; periran le serpi,
     Morran le velenose erbe fallaci,
     Ed ovvio nascerà l’assirio amomo.
     35Ma non appena degli eroi la lode
     E del padre potrai legger le geste
     Ed imparar che sia virtù, di molli
     Spiche biondeggeranno a poco a poco
     I campi; tra’ selvatici spineti
     40Purpurea penderà l’uva, e le dure
     Roveri suderan roridi mieli.