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Libro primo, Ode IX. 25


Il resto a’ Numi credi: sul pelago
    Bollente allora che i venti stendonsi
        Fra loro pugnando, i cipressi
        12Non travagliansi e gli orni vetusti.

Di cercar lascia ch’è per succedere
    Doman; quant’oggi la sorte dònati
        Scrivi a lucro, nè dolci amori
        16Disprezzar, giovinetto, nè danze.

Fin ch’è lontana lenta canizie
    Da te fiorente, il campo e l’area
        E i leni pispigli notturni
        20Si ripetano all’ora saputa.

Or di fanciulla, che in angolo intimo
    S’asconde, il riso traditor piacciati
        E il pegno rapito alle braccia
        24Od al dito che mal ti resiste.